Pillole di benessere
COME FUNZIONA IL CERVELLO

Conoscere il funzionamento del cervello, alla luce delle recenti scoperte delle neuroscienze, è fondamentale per educare con consapevolezza, in particolare nella prima infanzia.
Immaginiamo il nostro cervello come una casa a tre piani. Ogni piano rappresenta una fase evolutiva della nostra specie e del nostro sviluppo individuale:
🧠 1. Cervello Antico – Rettiliano
È il piano più “basso” e primitivo, presente e già maturo alla nascita. Governa gli istinti, l’intuito, la percezione sensoriale e tutte le funzioni vitali (respiro, battito cardiaco, digestione…). È qui che risiede la neurocezione, un processo inconscio descritto dalla Teoria Polivagale di Stephen Porges, che ci permette di percepire inconsapevolmente se un ambiente o una relazione è sicura o minacciosa.
Questo sistema guida il neonato verso comportamenti istintivi fondamentali: aggrapparsi, cercare il capezzolo, cercare prossimità e contatto. Tutto per un unico scopo: sentirsi al sicuro.
💓 2. Cervello Emotivo – Sistema Limbico
È il centro delle emozioni e delle relazioni affettive. Anche se nasce immaturo, è già funzionante e si sviluppa nel tempo attraverso l’interazione con l’ambiente. Le emozioni, in questa fase, sono il primo linguaggio del bambino: segnalano bisogni, attirano attenzione, creano connessioni.
Quando il bambino riceve prossimità, rassicurazione e risposte affettive, il suo sistema limbico registra esperienze di benessere e sicurezza. Il volto si distende, compare il sorriso, lo sguardo si fa limpido: è l’inizio del legame e della comunicazione autentica.
🌟 3. Cervello Razionale – Neocorteccia
È la parte più recente ed evoluta. Qui risiedono le funzioni cognitive superiori: pensiero astratto, riflessione, coscienza, linguaggio interiore, regolazione emotiva consapevole, capacità di pianificazione e di metacognizione.
Alla nascita, la neocorteccia è ancora immaturo e inizia a essere davvero operativa solo intorno ai 7/8 anni. Raggiunge la sua piena maturazione tra i 23 e i 25 anni.
🌈 Alla luce di questa organizzazione cerebrale, è facile comprendere quanto sia importante, nella fascia 0-6 anni, educare con empatia e presenza.
Ciò significa:
• creare relazioni accoglienti e sicure che prevedano pochi e coerenti limiti
• offrire contatto affettivo, ascolto autentico e attenzione ai bisogni
• adottare una comunicazione empatica e non giudicante
• favorire l’educazione emotiva attraverso l’esempio e la co-regolazione
• osservare senza invadere, accompagnare senza forzare
🔴 ATTENZIONE: cosa non aspettarsi da un bambino /a
❌ Controllo razionale delle emozioni
❌ Riflessione sulle proprie azioni (pensare a ciò che si è fatto)
❌ Intenzionalità nell’agire con “cattiveria”
❌ Comprensione del tempo cronologico e delle conseguenze a lungo termine
Queste competenze emergono solo dopo i 7/8 anni, quando la neocorteccia comincia ad avere un ruolo più attivo.
Fonti:
Facebook – Atelier della Pedagogista
IL SISTEMA NERVOSO ENTERICO
Nelle profondità dell’addome c’è un sistema nervoso completo, noto come sistema nervoso enterico. Contiene più di 100 milioni di neuroni, più del midollo spinale e più del cervello di molti piccoli animali, come un gatto o un topo.
Questo “secondo cervello” non solo gestisce la digestione, ma produce anche il 90% della serotonina del tuo corpo, il neurotrasmettitore del benessere.
Inoltre, comunica con il suo cervello reale attraverso il nervo vago, influenzando il suo umore, le sue scelte e il suo intuito.
Ecco perché sentiamo le farfalle quando siamo innamorati o noi quando abbiamo paura.
Il tuo stomaco non solo digerisce… pensa, decide e sente.
“Abbiamo portato un cervello nascosto nella pancia … e lo sentiamo raramente. “
Fonti:
Michael Gershon, il secondo cervello
Scientific American, “Il cervello nel tuo intestino”
La natura valuta le neuroscienze, “Comunicazione intestino-cervello”
Via Stoic Man
Condiviso da Rhodia Flores
L’IMPORTANZA DELLE EMOZIONI DEGLI STUDENTI

LA PULIZIA DEL CERVELLO DURANTE IL SONNO

Il cervello è un organo composto da 100 miliardi di neuroni e un numero incalcolabile di connessioni, riceve il sangue che trasporta le molecole alimentari che abbiamo introdotto con la cena e con il dopo cena. Porta ossigeno: il principale nutriente del nostro cervello.
Le molecole alimentari e respiratorie (ossigeno) passano dal sangue all’interno del cervello per nutrire i 100 miliardi di neuroni costituenti la massa cerebrale cranica.
La vita cellulare dei neuroni produce scorie, prodotti di scarto che devono essere rimossi per garantire la vitale efficienza dell’ intero organo cervello.
Cioè occorre un sistema capace di fare pulizia nel cervello e portare via le scorie metaboliche dalla massa cerebrale.
Si attiva il sistema glinfatico. Il cervello è sospeso su un liquido particolare: si chiama liquor.
LA PULIZIA DEL CERVELLO
Il sistema GLINFATICO, è così definito perché fa riferimento
– alla GLIA, particolare struttura del cervello composta da cellule in grado di assicurare la funzione nutritiva e il sostegno per i neuroni cerebrali,
– al LINFATICO: drenaggio di scorie metaboliche dei neuroni. Cioè il sistema glinfatico controlla la nutrizione e la rimozione dei prodotti di scarto dei neuroni.
Cioè un sistema vitale per la nostra salute cerebrale e psichica.
IL termine glinfatico è stato coniato dalla neuroscienziata danese Maiken Nedergaard.
Il Sistema Glinfatico del nostro cervello sembra avere la fondamentale funzione di trasportare le proteine di scarto, soprattutto durante il sonno. In un giorno il sistema glinfatico elimina 7 grammi di proteine dal nostro cervello, in un mese 250 grammi e in un anno, l’intero peso dell’encefalo (1400 grammi ). Durante il sonno, le dimensioni, e l’efficienza del sistema glinfatico aumentano del 50%.
Il sonno libera il cervello dalle molecole di scarto, dai residui biochimici che si sono formati durante il periodo da svegli. Non dormire almeno 5 ore oppure russare durante tutta la notte predispone ad una decadenza cognitiva cerebrale.
Il sonno rappresenta un meccanismo fisiologico durante il quale il nostro corpo si rigenera e si riorganizza: i prodotti di scarto del metabolismo cellulare vengono eliminati favorendo così il ripristino delle energie fisiche e psichiche. La qualità del sonno diminuisce con l’avanzamento dell’età e, ad oggi, è riconosciuto come i disturbi del sonno rappresentino un fattore di rischio nello sviluppo di patologie come demenza e altre malattie neurodegenerative.
CONCLUSIONE:
Il nostro cervello, attraverso un proprio sistema di drenaggio linfatico, il sistema glinfatico, durante il sonno riesce a smaltire i prodotti di scarto del metabolismo proteico; con il passare dell’età va però incontro a deterioramento, ciò suggerisce una relazione tra disturbi del sonno e una progressione verso le malattie neurodegenerative.
PROBLEMI DI CORTISOLO

DANIELA LUCANGELI
Scienza Servizievole in Conferenza: frammenti per riflettere.
Intelligenza Emozionale Connettersi con i propri figli.
Qdpnews
DANIELE NOVARA SUGLI ADOLESCENTI
riferimenti: fonte Facebook
LA RUOTA DELLE EMOZIONI

Il corpo non mente
Wilhelm Reich osservò che le persone con problemi emotivi e psicologici avevano anche tensioni croniche nei muscoli (in realtà nel tessuto connettivo).
Ulteriori indagini lo hanno portato alla scoperta che tutto ciò riguardava il sistema nervoso autonomo (vegetativo).
La tensione cronica e il dolore possono essere riportati all’incapacità di regolare spontaneamente il sistema nervoso simpatico (che incoraggia la lotta e la fuga quando minacciato).
Il corrolarium ha a che fare con il sistema nervoso parasimpatico. Quando il sistema nervoso simpatico porta alla tensione (“stretching for action”), il sistema nervoso parasimpatico ha a che fare con rilassamento e espansione. Nella misura in cui la contrazione viene tradotta dal sistema come ‘sicuro’, espansione (fidarsi della vita, affrontare l’ignoto, provare cose… ) sempre più tradotto come “non sicuro”.
La contrazione è il meccanismo dietro il dolore; l’espansione è il meccanismo dietro il piacere.
Il flusso naturale di energia vitale nel corpo è vissuto come piacevole. È ciò che identifichiamo come vitale, vivo.
Questo è FLOW. Proprio come il flusso naturale della vita viene interrotto dalla contrazione del tessuto connettivo, diminuisce anche la capacità di divertimento e avventura.
Infatti, divertimento/avventura/lasciarsi andare viene sempre più inconsciamente rifiutato come insicuro.

Il Reich ha scoperto che lo stato di flusso energetico nel corpo è quindi più fondamentale per la condizione dell’organismo umano rispetto ai pensieri ed alle emozioni. Chi è depresso, ad esempio, non può cambiare il suo (suo) stato emotivo pensando a pensieri positivi. Lui (lei) deve cambiare il suo (suo) stato energetico. Il resto verrà da sé.
Il problema centrale dei problemi comportamentali e di salute è la somma di tutte le interruzioni del libero flusso di energia (energia spontanea) nel corpo.
Senza capire il corpo come ecosistema bioenergetico, solo secondario, terziario, ecc. le cause su cui si lavora…
È la resistenza cronica nell’organismo che contiene le cause primarie della disarmonia PERCHÉ – con crescente resistenza all’energia vitale intelligente – diminuisce con grandi salti la CAPACITÀ AUTOORGANIZZANTE dell’ecosistema umano.
Gli interventi sempre più “esterni” sono (apparentemente) necessari, ma non risolvono mai il problema fondamentale: l’interruzione dell’ecosistema auto-organizzatore.
Qual è lo scopo di imparare a lasciare andare la resistenza? Sta ripristinando il nostro stato di flusso naturale (e quindi la nostra spontaneità, vitalità, creatività, entusiasmo di vita, ecc)! “In resistenza” è “fuori flusso”. “In resistenza” è “fuori connessione”. “In flusso” è “in connessione”. Zodus…
Riferimenti: https://lerenloslaten.com/
In tema di valutazione a scuola…
Ci tengo a chiarire un punto: a scuola, la valutazione è un diritto assoluto e inequivocabile di ogni alunno, che deve poter conoscere i suoi progressi e lo stato della sua crescita.
Ciò che io e molti altri pedagogisti diciamo da anni non riguarda l’abbandono della valutazione in quanto tale ma la modalità con cui essa viene effettuata: l’uso dei voti numerici è una pratica puramente inerziale, uno strascico del passato che non ha alcuna base scientifica.
Una giusta modalità di valutazione, come ci insegna anche Maria Montessori, deve superare la cristallizzazione e la misteriosità che i numeri generano. Un 4 come un 8 sono fotografie di un momento che non tengono conto del percorso e che non spiegano assolutamente nulla. Con uno strumento inerte e muto viene valutata una situazione che è plastica e mobile, creando quindi un cortocircuito di cui fanno le spese gli alunni.
Come affermano praticamente tutti i pedagogisti, servono metodi di valutazione parlanti, in grado di specificare cosa l’alunno ha imparato e cosa deve migliorare nel suo percorso di apprendimento.
Io credo che la valutazione evolutiva possa essere una soluzione, uno strumento in grado di valutare i progressi e non gli errori, la capacità di progredire rispetto a un punto di partenza piuttosto che la registrazione comparativa delle performance tra i vari alunni.
Infine, sfatiamo un mito: la valutazione evolutiva non porta pigrizia ma, anzi, è uno dei migliori metodi per evitarla perché costringe tutti a tirar fuori il meglio di sé, a progredire, a dare il massimo senza accontentarsi di aver raggiungo un certo numero. La valutazione evolutiva permette una valutazione rigorosa, efficace, evitando che alcuni alunni vivano di rendita e incoraggiando i miglioramenti reali.
Daniele Novara


La relazione è una condizione di esistenza, è la caratteristica principale dell’essere uomo nel mondo.
E mi piace molto che addirittura dalla biologia comincino ad emergere dei dati che la sostengono: il professor Rizzolatti, fisiologo di Parma, ha mostrato che esistono i neuroni specchio e mentre io mi avvicino a uno di voi si attivano per cercare di mettermi in sintonia con voi.
Esistono neuroni nel nostro cervello che non riguardano l’io, ma il noi e che non si attivano se non c’è la relazione, che è una condizione fondamentale per vivere.
Fragilità nella famiglia La fragilità comincia a coniugare io e tu, a formare il più piccolo tra i noi, la coppia, ma c’è una fragilità che si allarga nella famiglia, che ha aperto la porta della fragilità nella famiglia.
Molte famiglie sono rovinate dal potere, e da una male intesa posizione dei ruoli che vengono visti gerarchicamente e non come modalità di esercizio della propria fragilità, che vuol dire io ho bisogno di te.
Questo è il nocciolo principale del grande tema della famiglia. La famiglia come una piccola orchestra, un trio, un quartetto d’archi dove ciascuno deve sapere suonare bene uno strumento, il violino, la viola, il contrabbasso, ma per far sortire una sonata, per realizzare la composizione che è scritta nella partitura dal compositore, serve che quegli strumenti si mettano insieme e siano armonizzati.
Occorre che ogni orchestrale conosca perfettamente lo strumento che suona, che sappia tirare fuori una grande varietà di suoni, ma la famiglia la si valuta dall’insieme, non si identifica con il violino, ma nell’insieme: bisogna che appena termina il violino, entri subito, in sintonia o in contrappunto, la viola. Il violino in un trio di Mozart ha bisogno della viola.
La sonata che è stata programmata, che è stata composta ha bisogno di tutti e tre i suonatori.
Non c’è appiattimento nell’insieme, bisogna che gli strumenti rendano al massimo,però è la loro integrazione a caratterizzare la famiglia.
E la famiglia è tenuta insieme dalla fragilità.
Prof. Vittorino Andreoli

I Valori sono tutto ciò che ci guida e ci orienta nella vita..sono le direzioni che vogliamo prendere, le cose importanti che sentiamo e riconosciamo, ciò che restituisce senso e interezza alla persona.
Per questo è fondamentale ricordarci che i Valori sono il collante e la base su cui si costruiscono le relazioni.

L’ONDA DEL RESPIRO CALMANTE
Sequenza sul Respiro e Benessere
(dott.ssa Ilenia Andreolli)